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Relazioni tossiche: impara a dire basta!

Cosa s’intende per relazione tossica? Una relazione tossica è tale quando il rapporto è sbilanciato e asimmetrico, ovvero quando ci si annulla per l’altro o si invade lo spazio del partner pensando che questo sia normale e del tutto sano in un rapporto di coppia.

Le relazioni tossiche possono accompagnare i rapporti amorosi, ma anche familiari, amicali e lavorativi; con il tempo ci si avvelena di un vero e proprio malessere con sintomi fisici. Ci si sente succubi dell’altro, completamente dipendenti, risucchiati rispetto alle proprie energie e vitalità, angosciati e stanchi della relazione, a tal punto che la si vuole recidere, ma non si sa come fare.

Le emozioni appaiono confuse e disconnesse e presto sopraggiungono sentimenti di tristezza, inquietudine, sconforto e frustrazione, talvolta disperazione.

Quali sono i segnali per riconoscerla?

Ci sono segnali che, spesso, rendono consapevoli che qualcosa non va, ma il più delle volte si è così tanto abituati che si preferisce non riconoscerli:

  • Intensità: velocità e aspettative con cui la relazione procede, che non seguono la normale crescita evolutiva, ma in cui si è richiedenti sin da subito e ci si aspetta che l’altro sia subito a disposizione rispetto ai propri bisogni, es. fare telefonate insistenti o essere impazienti rispetto alle risposte sul cellulare.
  • Isolamento: voler condividere con l’altro ogni momento e spazio a tal punto da rendere la relazione esclusiva; porta ad isolarsi dagli altri che circondano la coppia (amici, familiari, colleghi) visti come ostacolo alla fusione amorosa.

    Non hai bisogno di uscire con i tuoi amici se stai con me: ti basto io!

  • Possesso: dopo una iniziale luna di miele in cui tutto appare idilliaco, ci si sente sempre più pretenziosi e controllanti nei confronti dell’altro, a tal punto che ogni episodio o parola diventa indizio di sospetto e diffidenza. Non ci si fida più dell’altro e vengono messi in atto comportamenti volti a smascherare eventuali tradimenti o bugie, nella paura che l’amore sia finito.
  • Denigrazione: alle iniziali parole d’affetto si manifestano presto umiliazioni e denigrazioni per come ci si comporta, come si è, come ci si veste. Ad es. la sensibilità che, inizialmente, era vista come una qualità, successivamente diventa un fattore di debolezza

    Sei troppo debole e vulnerabile

  • Instabilità: i costanti “tira e molla” iniziali possono, con il passare del tempo, cronicizzarsi in eterni conflitti e discussioni dai toni accesi, seguiti da intense e strazianti riappacificazioni che non durano mai molto. È come andare sempre sulle montagne russe; si litiga, ci si stanca ma si sceglie di ripetere sempre lo stesso giro adrenalinico.

Quali sono le emozioni sperimentate?

Chi vive una relazione tossica vive un costante malessere emotivo cui non sa porre fine; la tristezza e la frustrazione sperimentate appaiono forti ma, allo stesso tempo, confuse: non si sa se rientra tutto nella normalità di coppia e come procedere nel rapporto. Ci si chiede se sbaglia l’altro o se invece la colpa è solo di se stessi.

È normale tutto ciò e sono io che la sto vivendo esageratamente o è l’altro a sbagliare?

La persona vive nella difficoltà di capire chi ha la colpa, quindi completamente disorientata su come viverla e su cosa fare. Molto spesso accade che siano le persone attorno a rendere consapevole la vittima che la relazione è patologica sotto vari punti di vista, ma è più forte la paura di non poter vivere senza l’altro che il desiderio di conoscere la realtà.

Non ti stai accorgendo che lui ti sta allontanando da tutti gli amici?

Quando ti stancherai di farti denigrare così tanto?

La persona vive nella costante paura di deludere l’altro e di perderlo, fino ad annullarsi.

Quali sono le cause?

I motivi vanno rintracciati in vecchie ferite mai riconosciute e sanate, che vengono riproposte sempre con lo stesso schema e copione, in quanto è l’unico che conosciamo e che siamo abituati a mettere in atto. Le persone con cui ci relazioniamo non sono state scelte casualmente, ma seguono esattamente i nostri desideri e bisogni interni, che ripetono, senza che noi ne siamo consapevoli, il nostro passato, anche quello più scomodo e doloroso.

L’altro per noi funge da specchio: è qualcuno che riflette aspetti di noi che dobbiamo cambiare per renderci migliori di come siamo. Facciamo ad esempio il caso di una donna che sposa un uomo che la maltratta come il padre fece con lei quando era piccola (trauma mai elaborato) e che il marito l’abbia malmenata perché lei gli ricordava, con le sue parole denigranti, le stesse parole svalutanti della propria madre durante la sua tenera infanzia.

In questo caso le ferite mai sanate di entrambi hanno creato un ingranaggio patologico in cui uno fa del male all’altro, senza esserne consapevole, in quanto si porta dietro le proprie vecchie ferite ancora scoperte. Oltre alle ferite mai elaborate, in genere, il motivo per cui è difficile lasciar andare l’altro è rintracciabile nella paura dell’abbandono: sempre meglio essere in compagnia di qualcuno che ci fa del male, piuttosto che essere soli.

La solitudine, spesso, soprattutto per le persone estremamente sensibili e vulnerabili, è una condizione inaccettabile e intollerabile; si preferisce trascinare una relazione dannosa piuttosto che sentire il vuoto di non avere nessuno accanto. La dipendenza fa meno male della solitudine.

In che modo uscirne?

La psicoterapia è come una scialuppa di salvataggio. L’unico modo per uscire da una relazione tossica è iniziare un percorso di psicoterapia che permetta di rintracciare nel proprio passato i vissuti e le esperienze precoci che hanno influenzato i legami patologici del presente; identificare ciò che fa ancora soffrire e porvi sollievo.

È opportuno fare un lavoro interiore su se stessi per iniziare ad amarsi e proteggersi nel giusto modo. Essere amati è importante, ma bisogna farlo con la persona giusta!

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