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La Distimia: una forma di depressione “lieve” e sottovalutata

Non tutti sanno che esiste un tipo di sintomatologia depressiva insidiosa e subdola; è la Distimia, un disturbo del tono dell’umore che presenta le caratteristiche della depressione, ma in forma più lieve e attenuata, con tendenza a cronicizzarsi nel tempo.

L’umore della persona distimica è depresso quasi ogni giorno per la maggior parte della giornata, per almeno 2 anni, durante i quali gli intervalli liberi dai sintomi non durano più di 2 mesi.

La Distimia, in genere, non dà sintomi preoccupanti; chi ne soffre riesce a portare avanti il proprio lavoro, esce, si diverte, scherza, conduce una vita normale, ma con più pesantezza e nervosismo rispetto agli altri. La persona, infatti, appare come un’inguaribile pessimista, svogliata, suscettibile, insicura, introversa, con “i nervi a fior di pelle” per tutto.

In realtà questa fatica nell’affrontare la giornata è riflesso di una sintomatologia depressiva subdola e invisibile, che rende più faticose le attività quotidiane; la persona perde interesse per le normali attività che svolge, a lavoro cala nel suo rendimento e nella produttività, si sente sempre insoddisfatta e inadeguata.

Il disturbo distimico può presentarsi fra i 18 e i 45 anni, con un esordio precoce o tardivo prima o dopo i 21 anni, comprendendo soprattutto le donne; in genere la diagnosi viene fatta tardivamente, quando i suoi effetti negativi si trascinano da anni, poiché, molto spesso, viene sottovalutata e scambiata per tratti caratteriali o come un modo di essere:

È sempre stata così negativa rispetto al mondo…

È sempre stato un inguaribile pessimista…

Se l’è sempre presa per tutto…

Più la distimia viene diagnosticata tardivamente, più rischia di cronicizzarsi e peggiorare nel tempo; la tristezza cresce fino a trasformarsi in pessimismo nero e disillusione nei confronti della vita.

Cosa differenzia la distimia dalla depressione maggiore?

Entrambi condividono il tono dell’umore depresso, ma mentre nella depressione maggiore vi è un’intensità molto più forte ed evidente e la persona non riesce, molto spesso, a mangiare, dormire, lavorare, curarsi della propria immagine personale ed uscire per divertirsi, nella distimia la persona si sente sempre lievemente e costantemente triste, come se convivesse con un rumore disturbato di sottofondo che le impedisce di godersi completamente le uscite e l’ambiente lavorativo.

Tutto è percepito pesantemente e destabilizzante, irritando la persona distimica, che appare sempre insoddisfatta di ogni cosa le capiti. Nella distimia i sintomi sono meno conclamati, ma più persistenti e non danno tregua, innescando un circolo vizioso che è difficile da spezzare.

In genere la persona ricorda di essere stata sempre così “nervosa” o “irritata” e che, per questo, spesso, non si è goduta i bei momenti di vita che le sono accaduti. La persona è facile al pianto, ha sentimenti di colpa, inadeguatezza, pessimismo, apatia e rabbia, stanchezza e calo di motivazione nell’affrontare anche azioni quotidiane semplici.

Sintomi

L’umore è tendenzialmente depresso, come osservato dalla persona distimica o da chi le sta attorno, con almeno 2 dei seguenti sintomi classici della depressione per un periodo di almeno 2 anni:

  • Scarsa autostima
  • Insonnia o ipersonnia
  • Mancanza di appetito o iperfagia
  • Mancanza di concentrazione o difficoltà nel prendere le decisioni
  • Scarsa energia o affaticamento
  • Sentimenti e vissuti di vuoto e disperazione

Cause e fattori di rischio

Le cause e i fattori di rischio sono simili a quelle della depressione maggiore; influiscono sulla distimia cambiamenti biochimici cerebrali, familiarità genetica (almeno un parente nella famiglia di origine è affetto da depressione) ed eventi ambientali scatenanti, come situazioni difficili da affrontare emotivamente, ad es. la perdita di una persona cara, problemi economici e lavorativi, eventi fortemente stressanti che minano un equilibrio interiore già precario, che si sfalda definitivamente.

Può succedere, anche, che la persona metta in atto meccanismi di dipendenza interpersonale, aggrappandosi alle attenzioni e rassicurazioni di altri che, nel tempo, possono ridursi o venir meno, lasciando nella persona distimica uno sconforto generale e irreparabile.

La distimia può essere associata a vari disturbi, fra cui disturbo depressivo maggiore (che spesso è il risultato di una distimia non diagnosticata e trattata per tempo), disturbi alimentari, disturbi da abuso di alcool e sostanze stupefacenti, disturbi di personalità o disturbi d’ansia.

Può condurre a difficoltà familiari, conflitti relazionali, isolamento sociale, problemi scolastici e lavorativi, comportamenti suicidari.

Come si cura?

La psicoterapia, inizialmente, tende ad invertire lo stato di inattività e isolamento del distimico, aiutando a riprendere contatto con il mondo e ritrovare piacere nelle attività abitudinarie. Porta a comprendere i motivi e le cause alla base dei vissuti di vuoto e disperazione nera, per incrementare le abilità nel fronteggiare i problemi e gli ostacoli della vita, senza cadere nel baratro depressivo.

È importante riscoprire le proprie risorse e capacità personali per renderle ancora più forti e resistenti alle “tempeste” esistenziali, che, durante la vita, si susseguono. Gestire lo stress ambientale e dare voce alle proprie emozioni negative permette di ricodificarle in assertività e forza vitale, in grado di dare nuova linfa alla propria vita.

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